Negli ultimi giorni, il dibattito pubblico in Svizzera si è acceso dopo l’annuncio del Consiglio Federale che ha riaperto la possibilità di considerare l’energia nucleare nel mix energetico del paese, sollevando la questione della revoca del divieto di costruire nuove centrali nucleari. Questa mossa ha suscitato opinioni fortemente contrastanti, ma solleva una domanda fondamentale: come affrontare in modo sostenibile la crescente domanda di elettricità senza compromettere gli obiettivi climatici?
Perchè il nucleare merita una nuova considerazione
Oggi ci troviamo di fronte a un panorama energetico molto diverso rispetto al 2017, quando la Svizzera ha votato per la Strategia Energetica 2050, che prevedeva una graduale uscita dal nucleare. All’epoca, nessuno aveva previsto l’impennata di domanda energetica dovuta all’adozione massiccia di nuove tecnologie come per esempio l’intelligenza artificiale (AI), l’aumento dei data center e la transizione verso la mobilità elettrica.
I data center, ad esempio, richiedono enormi quantità di energia per funzionare. Solo negli ultimi anni, il consumo globale di energia dei data center è cresciuto del 10-15%, una percentuale destinata a salire ulteriormente con l’espansione delle applicazioni AI. E se aggiungiamo la diffusione delle auto elettriche, che dovrebbero diventare la norma nei prossimi anni, diventa evidente che la domanda energetica è destinata ad aumentare significativamente, pur considerando la relativa stabilità pro-capite. Ma facciamo anche un esempio, negli scorsi giorni è stato inaugurato Alps presentato al Centro nazionale svizzero di supercalcolo di Lugano (Cscs), un nuovo super-computer composto dai famosi processori H200 di Nvidia che permettono di addestrare i Large Language Model (LLM). C'è però un inconveniente: l'elevato consumo di energia.
Secondo le stime del direttore del Cscs Thomas Schulthess, il funzionamento di Alps costerà circa 15-20 milioni di franchi svizzeri . La domanda che si pone è: come possiamo soddisfare questa crescente richiesta senza compromettere i nostri obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2?
Le nuove tecnologie nucleari: una risposta a una sfida moderna.
Qui entra in gioco il nucleare. Le tecnologie nucleari moderne, in particolare quelle di quarta e quinta generazione, rappresentano una svolta significativa rispetto al passato. Questi reattori sono progettati per essere intrinsecamente sicuri, utilizzando sistemi di autoregolazione che minimizzano il rischio di incidenti. Inoltre, possono utilizzare il combustibile in modo molto più efficiente, riducendo la quantità di scorie prodotte e rendendo queste scorie più gestibili e meno pericolose a lungo termine.
Il tema delle scorie radioattive è spesso usato come argomento contro il nucleare, ma è importante chiarire che il volume delle scorie prodotte da una centrale nucleare moderna è estremamente ridotto rispetto alle emissioni di CO2 generate dai combustibili fossili. Inoltre, le scorie nucleari sono solide e possono essere stoccate in sicurezza per centinaia di anni in siti geologicamente stabili, un’opzione non disponibile per la CO2, che invece continua ad accumularsi nell’atmosfera, contribuendo al cambiamento climatico.
Un esempio pratico: il confronto tra le fonti energetiche
Esaminando i dati del sito Electricity Maps, è evidente come i paesi che utilizzano l’energia nucleare abbiano un impatto di CO2 significativamente inferiore rispetto a quelli che si affidano maggiormente ai combustibili fossili. Prendiamo come esempio la Francia, che produce la maggior parte della sua energia elettrica attraverso il nucleare: il paese ha costantemente bassi livelli di emissioni di CO2 per kilowattora (kWh) prodotto. Al contrario, la Germania, che ha deciso di eliminare gradualmente il nucleare e aumentare l’uso delle rinnovabili, continua a registrare picchi di emissioni quando il vento non soffia o il sole non splende, dovendo ricorrere al carbone e al gas naturale.
Questi dati dimostrano che il nucleare offre una fonte di energia stabile e a basse emissioni di carbonio, capace di garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile, anche in situazioni di domanda energetica crescente come quelle che stiamo affrontando.
Una nuova opportunità per un mix energetico ampio
La decisione del Consiglio Federale di considerare la revoca del divieto sul nucleare è un’opportunità per ripensare il nostro mix energetico alla luce delle sfide attuali. Non si tratta di abbandonare le rinnovabili — al contrario, il nucleare può e deve essere complementare alle fonti rinnovabili. Mentre l’energia solare ed eolica sono intermittenti, il nucleare può fornire una base costante e affidabile, assicurando che le luci rimangano accese anche quando le condizioni meteo non sono favorevoli.
Se vogliamo seriamente affrontare la questione del cambiamento climatico e, allo stesso tempo, garantire un futuro energetico sicuro, dobbiamo essere pragmatici e considerare tutte le opzioni disponibili. E in questo contesto, il nucleare merita di essere sul tavolo delle discussioni.
Inoltre consiglio a tutti quanti di prendersi del tempo e leggere un libro che mi ha aiutato molto a rispondere e capire molti aspetti che non sempre sono facile per chi non lavoro nel settore. Il libro è intitolato: "L'avvocato dell'atomo. In difesa dell'energia Nucleare" di Luca Romano che ha scritto un libro completo ma di semplice comprensione e che vi permette di comprendere meglio come funziona il nucleare ma sopratutto smonta molte credenze popolari.
Conclusione: perchè il nucleare è parte della soluzione
In conclusione, la mia opinione è che l’energia nucleare debba essere presa in seria considerazione come parte del mix energetico futuro della Svizzera. Con l’aumento della domanda di energia legata ai data center dell’AI, alla mobilità elettrica e ad altre tecnologie emergenti, abbiamo bisogno di soluzioni stabili, sicure e a basse emissioni di carbonio. Il nucleare, specie nelle sue versioni moderne, offre proprio questo: una fonte di energia capace di sostenere la transizione verso un futuro verde senza compromettere la sicurezza dell’approvvigionamento.
Il dibattito sul nucleare non deve essere visto come una scelta tra “buono” e “cattivo”, ma come una valutazione pragmatica delle nostre esigenze energetiche future e delle soluzioni che abbiamo a disposizione per soddisfarle. È tempo di guardare al nucleare con occhi nuovi e considerarlo non come una reliquia del passato, ma come una chiave per il futuro sostenibile che tutti vogliamo costruire.